Vega, cane canoista.

Questa non è una storia di packraft ma ve la racconto ugualmente.

Sono passati una decina di anni, da quando in fiume mi accompagnava la mia cucciolona Vega.

Fin da piccola questa femmina di labrador, ha nuotato quotidianalmente in fiume. La mia ambizione iniziale era di addestrarla al soccorso acquatico, ma alla lunga mi sono accorto che il desiderio di entrambi era quello di divertirsi in acqua. 

Ricordo ancora quando piccola piccola, nella cucciolata si faceva notare per la sua vivacità. E così è cresciuta vivace e forte. A dire il vero a volte un po troppo vivace, anzi un caratteraccio. Se qualcuno cane o umano non le era simpatico .... guai! Diventava una belva, mordere no, ma ringhi e abbaiate da mettere paura. In molti restavano a bocca aperta, sconcertati mi chiedevano se era realmente un Labrador.

Ricordo quella volta che mia figlia volle portarla ad una competizione canina. Con il nuoto che faceva giornalmente aveva un fisico perfetto, era proprio una bella cagnetta. Infatti piacque molto, aveva un bel punteggio fino a quando per poco non si mangiò un giudice .... azzerato il punteggio, carattere aggressivo.

Per portarla con me in fiume, acquistai un Jumbo Canyon, un ottimo kayak pneumatico prodotto da zodiac-metzeler. In PVC aveva un fondo rigido in materiale espanso divisibile in due. Autosvuotante, nato per i torrenti, si riusciva a scendere passaggi anche molto impegnativi e a fare l'eskimo, soprattutto aveva una buona capacita di carico, Vega vi stava comodissima. Le comperai anche un salvagente della sua taglia; in quegli anni non era facile trovarne uno, l'ordinai in USA da NRS.

Scendere in rapida con vega a bordo era come guidare una moto e dietro avere una persona inquieta, che vuol guidare lei o vuol scendere a fare la pipì. Al suo posto stava anche ferma, ma la sua inquietudine era palpabile, desiderosa com'era di farsi una corsetta a riva o una nuotatina. Comunque guai a non portarla con me, se io ero in acqua lei doveva essermi accanto.

Vega nuotava tranquillamente in rapide di terzo grado. Doveva nuotare o correre, se stava troppo ferma si raffreddava, le discese in kayak andavano interrotte spesso per dargli modo di fare del moto.

 

Nell'immagine qui sotto stiamo surfando la rapida della "Rabioux" in Francia. Il surf com'era da immaginarselo non era dei più semplici e mi sono rovesciato, al terzo tentativo riesco a tirare l'eskimo, Vega era già li a mio fianco, presa per la maniglia del salvagente, ricaricata a bordo e via di nuovo in discesa.

Adesso Vega vive la sua pensione nel nord dell'inghilterra ai confini con la Scozia, insieme a mia figlia. In mezzo a prati e boschi chissa se se le mancano le nostre fresche e limpide acque.

Un ringraziamento a Flavio Cirrocchi che ha immortalato con le sue foto istanti che altrimenti sarebbero andati perduti.

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Commenti: 3
  • #1

    marina (giovedì, 19 settembre 2013 18:57)

    vega ha mostrato il suo apprezzamento all'articolo con una leccatina sul computer

  • #2

    patrizia matticari (italia) (mercoledì, 09 settembre 2015 18:46)

    grande esempio!!! bravi

  • #3

    Ela Harwood (martedì, 31 gennaio 2017 09:10)


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Ti ricordiamo che:

1- I fiumi vanno discesi con attrezzature e abbigliamento adatto al tipo di percorso affrontato.
2- Per discendere i fiumi bisogna aver frequentato dei corsi di packrafting e sicurezza, tenuti da personale qualificato.
3- I principianti durante le discese devono essere affiancati e accompagnati da guide esperte.
4- Una discesa non si effettua mai in solitaria, il numero minimo dei partecipanti può variare a seconda della preparazione dei packrafters e delle difficoltà che si possono incontrare.

5- Il packrafting permette un'accesso semplificato all'acqua mossa, ciò può portare a sovrastimare le proprie capacità. E' perciò necessario conoscere quali sono i rischi presenti in fiume. E avere le competenze tecniche e la prestanza fisica per ridurli sino alla soglia di accettabilità.

6- Ricordate sempre che gli sport fluviali